I primi risarcimenti per le vittime delle violenze politiche tra il 2005 e il 2010 sono stati versati ieri dal governo thailandese. La prima tranche di pagamenti, per un totale di 577 milioni di bath (14,5 milioni di euro), è stata assegnata ai familiari di 44 vittime, 56 feriti gravi, 177 feriti meno gravi, 56 feriti lievi e 6 disabili.
Tra di loro, la sorella del fotoreporter italiano Fabio Polenghi, ucciso il 19 maggio del 2010 a Bangkok mentre documentava l’assalto finale dell’esercito all’accampamento delle camicie rosse, ha ricevuto 7,7 milioni di bath (193.000 euro).
Il provvedimento,suggerito dalla Commissione verità e riconciliazione, segna un passo avanti nel processo di
riavvicinamento tra i due grandi blocchi socio-politici, quello delle ‘camicie rosse’, espressione della classe popolare e del mondo rurale, e quello delle ‘camicie gialle’ vicino alla borghesia medio alta conservatrice.
Nel 2005, i ‘gialli’ diedero vita a una serie di manifestazioni che portarono, l’anno successivo, al rovesciamento con un golpe militare dell’allora primo ministro Thaksin Shinawatra, fratello di Yingluck,vincitrice delle elezioni del 2011 con il partito ‘Pheu Thai’.
Altre proteste ad opera delle camicie gialle si verificarono nel 2008, mentre nel 2009 e nel 2010, furono i ‘rossi’ a orchestrare dimostrazioni di piazza.
Le manifestazioni delle camicie rosse di marzo-maggio 2010 a Bangkok, dopo settimane di svolgimento pacifico, si conclusero in un bagno di sangue con l’intervento dei militari e le azioni di alcuni miliziani oltranzisti tra i manifestanti. Secondo le stime, 91 persone furono uccise e circa 2000 ferite.